venerdì 1 maggio 2015

GINSENG COME PANACEA DI TUTTI I MALI? TRA VERITA’ E LEGGENDA


Il termine “ginseng” individua numerose specie di piante originarie delle regioni asiatiche. L’estratto delle radici di ginseng da sempre viene considerato un rimedio efficace per diversi tipi di problematiche.
L’utilizzo si è consolidato nel tempo, al punto tale da divenire una delle colonne portanti della medicina di stampo erboristico.
Molte proprietà che gli vengono attribuite presentano evidenze scientifiche a supporto, mentre altre affondano le loro radici in credenze popolari che si sono diffuse in epoche in cui la ricerca scientifica non era ancora in grado di confermare o confutare determinate caratteristiche terapeutiche.
Qui ci proponiamo di fare chiarezza sulle virtù reali del ginseng e di stabilire il confine tra realtà scientifica acclarata e suggestione popolare. 

A tale proposito procediamo nel descrivere le svariate proprietà di cui è dotata questa pianta, come abbiamo già accennato qui.

Panax ginseng

Uno degli effetti più noti e pubblicizzati è quello adattogeno. Con questo termine si designano tutti i trattamenti terapeutici in grado di innalzare la capacità dell’organismo di reagire allo stress.
Gli stimoli alla base della natura dello stress possono essere di molteplice natura e, se legati ad ambiti imprescindibili del quotidiano (famiglia, lavoro, ecc.), determinano un deterioramento progressivo non solo dello stato psicologico, ma anche del quadro fisiologico.
Infatti l’organismo ne risulta indebolito e compromesso, in quanto si riscontra in primis un abbassamento delle difese immunitarie. In questo scenario l’azione del ginseng, come da evidenze scientifiche, si concretizza con la stimolazione del rilascio di ACTH, che sta per ormone adrenocorticotropo. Tale ormone semplicemente induce il rilascio da parte delle ghiandole surrenali di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress”.
Questo appellativo deriva dal fatto che i livelli ematici di cortisolo aumentano tipicamente in risposta allo stress, il che si traduce in un maggiore utilizzo delle riserve di zuccheri dell’organismo ed in una ottimizzazione dell’attività del sistema nervoso centrale (SNC). 
Ciò rispettivamente aumenta la produzione di energia e promuove uno stato psicologico di distensione, effetti che chiaramente si caratterizzano come antistress.   
Altra virtù molto nota attribuita al ginseng è quella di stimolare l’erezione ed il desiderio sessuale in genere. Le basi fisiologiche su cui si fondano questi effetti esistono.
Infatti l’assunzione dell’estratto promuove un maggiore afflusso di sangue a livello penieno, il che comporta il raggiungimento di uno stato erettivo più stabile e maggiormente durevole, permettendo di trattare i sintomi della disfunzione erettile
In base a questa azione vengono decantate le proprietà afrodisiache del ginseng, in realtà più come riflesso dello stimolo dell’erezione che come caratteristica assestante.

Panax quinquefolius

La stimolazione dell’attività del sistema immunitario, come anche il miglioramento delle funzioni cognitive, sono caratteristiche che derivano in maniera diretta dalle proprietà adattogene. 
Da ciò deriva una azione tonificante la cui natura di base va ricercata nei meccanismi che, a valle, portano al rilascio di cortisolo.
La capacità dell’estratto di abbassare i livelli ematici sia di lipidi (colesterolo, trigliceridi, ecc.) che di zuccheri (principalmente glucosio) trova ampie conferme in letteratura scientifica, anche se l’entità dell’effetto non è quantificabile. 
Ciò contribuisce rispettivamente ad una maggiore protezione nei confronti delle problematiche di natura cardiovascolare ed ad un controllo più meticoloso dei valori glicemici, cosa utile nei pazienti diabetici
Pertanto tali caratteristiche vanno inquadrate in un ambito di promozione generale della salute dell’organismo, dove anche e soprattutto la componente psicologica gioca un ruolo rilevante.
Altre proprietà meno pubblicizzate sono la promozione della funzione digerente, gli effetti sia antinfiammatori che antiossidanti e la presunta efficacia contro determinate tipologie di cancro, caratteristiche che alimentano il mito di una pianta adatta a svariati tipi di utilizzo. 
Tuttavia vanno fatte delle debite precisazioni.

Panax japonicus

Le numerose proprietà esaminate sono supportate da basi scientifiche, anche se gli studi vengono spesso condotti su animali e molto meno frequentemente sull’uomo. 
Per quanto il modello animale venga scelto in maniera da mimare al meglio l’organismo umano, restano comunque dei dubbi. Gli effetti riscontrati negli animali possono avere le stesse basi fisiologiche nell’uomo, ma l’aspetto importante da evidenziare è l’entità dell’effetto stesso.
Infatti può accadere che da parte delle persone esaminate non venga avvertita alcuna variazione benefica del loro stato di stress, anche in presenza di analisi di laboratorio che confermano l’attività dell’estratto. 
Per esempio si potrebbero avere aumentati livelli di cortisolo nel sangue e non percepire alcun miglioramento del proprio stato.
Qui interviene un altro aspetto da prendere in considerazione, ossia la variabilità individuale
In pratica ognuno di noi risponde in maniera diversa a stimoli che arrivano dall’esterno. 


Pertanto per alcuni soggetti il ginseng potrebbe rappresentare la soluzione ottimale ai propri problemi, mentre per altri semplicemente un tentativo terapeutico che non ha funzionato.
Per valutarne l’efficacia bisogna sgombrare il campo dalle facili suggestioni che propongono questa pianta come “miracolosa” ed armarsi di sano realismo, testandone in prima persona gli effetti e valutandone con spirito critico gli eventuali benefici.
Quindi ci sono tutte le premesse per considerarlo un valido mezzo terapeutico ed, in alcuni casi, una alternativa ai farmaci
La condizione ineludibile del suo utilizzo è quella di essere pienamente coscienti sia dei benefici che può apportare che dei limiti fisiologici legati tanto ad esso quanto ad ogni strumento curativo. 
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