La Maca,
scientificamente Lepidium meyenii, è
una pianta perenne che cresce in Perù, segnatamente nell’altopiano delle Ande.
Le sue proprietà
medicamentose erano note già in era precolombiana alle popolazioni Inca, le
quali la consideravano un “dono degli dei”.
La parte della pianta che viene utilizzata per ricavarne l’estratto è la radice tuberosa, la quale risulta particolarmente ricca di nutrienti.
A
tale proposito, un aspetto singolare della Maca è quello di impoverire a tal
punto il terreno dove cresce, da impedire di fatto la coltivazione di altre
specie vegetali nello stesso sito per almeno cinque anni.
Ciò, di per sé, già
ci indica le capacità nutritive e ricostituenti insite in questa pianta.
La
componente amminoacidica presenta un elevato
valore biologico, in quanto essa annovera tra le proprie fila sia amminoacidi essenziali che amminoacidi ramificati.
Sia i primi che
i secondi sono molto importanti per la crescita
muscolare, in quanto la formazione di nuova fibra è legata alla
disponibilità dei relativi mattoni biosintetici, gli amminoacidi appunto.
Gli
essenziali, come suggerisce il nome, non possono essere prodotti
dall’organismo, ma devono necessariamente essere assunti con la dieta.
I ramificati presentano una struttura chimica
che conferisce stabilità strutturale
all’impalcatura proteica del muscolo. L’utilizzo di fonti alimentari ricche in
tali nutrienti ne consente un apporto maggiore, con la formazione di un
serbatoio da cui attingere per la neo-formazione di fibra muscolare.
Pertanto
la Maca presenta la caratteristica di favorire
lo sviluppo della massa muscolare, il che può essere sfruttato dagli
sportivi che praticano discipline legate al body building, et similia.
I
sali minerali e le vitamine stimolano la corretta funzionalità dell’organismo
attraverso rispettivamente il mantenimento
dell’equilibrio idro-salino ed il corretto
svolgimento delle reazioni metaboliche intra ed extracellulari.
Un'opportuna integrazione di queste specie viene richiesta nelle fasi di elevato dispendio energetico, sia
fisico che mentale.
Gli
acidi grassi sono i precursori dei lipidi, a loro volta componenti fondamentali
delle membrane cellulari.
In
particolare nella Maca è presente l’acido linoleico, acido grasso essenziale,
quindi non sintetizzabile da parte dell’organismo ma assumibile solo tramite la
dieta.
Questo acido appartiene alla categoria degli omega-6, classe affini sia chimicamente che, soprattutto,
biologicamente agli omega-3. Ciò
contribuisce a spiegare le proprietà di protezione nei confronti della patologie cardiovascolari riscontrate in questa pianta.
I
fitosteroli sono delle molecole in grado di mimare e stimolare nell’uomo l’azione degli ormoni steroidei.
Nella
fattispecie, la Maca si caratterizza per la promozione di una efficiente
attività di ormoni legati alla sfera
sessuale.
Questi sono nell’uomo e nella donna principalmente e rispettivamente il testosterone e gli estrogeni.
Da qui nasce uno degli effetti più decantati di questa
pianta, ossia quello afrodisiaco.
Infatti
la stimolazione del desiderio sessuale
è un parametro da tenere in stretta considerazione per i soggetti affetti da
problematiche di disfunzione erettile.
Ciò, in termini chiaramente
folcloristici, ha fatto guadagnare alla Maca il soprannome di “Viagra peruviano”.
Inoltre,
per completezza d’informazione, sono da menzionare impieghi minori della Maca
in affezioni che riguardano il campo femminile, segnatamente riguardanti la menopausa.
Quindi
ogni singolo componente è in grado di indurre una risposta biologicamente
rilevabile nell’uomo.
Tuttavia l’estratto presenta una caratteristica aspecifica, ossia non legata in maniera
evidente a nessuno dei fattori terapeutici visti fino ad adesso: l’effetto adattogeno.
Quest’ultimo è il
responsabile dell’accostamento della Maca al Ginseng, in quanto anch’esso dotato di tale caratteristica.
Per effetto adattogeno si intende la
capacità di un mezzo terapeutico di attivare una risposta di adattamento
dell’organismo a fenomeni di stress
psicofisico.
Quindi la Maca induce uno stimolo responsivo che si oppone
allo stato di malessere, permettendo di reagire in maniera ottimale e ritrovare
il proprio equilibrio.
Si palesa, pertanto, l’efficacia antistress ed antidepressiva di questo estratto, proprietà che, come
accennato prima, non mostra un legame diretto ed evidente con un singolo
componente attivo, ma è una risultante dell’insieme fitoterapico.
La capacità
di prevenire e trattare i sintomi dello
stress è di grande ausilio in coloro i quali sono soggetti a continue
sollecitazioni dannose sia mentali che fisiche.
In questi casi è buona prassi
integrare le normali difese dell’organismo con opportuni supplementi nutrizionali, il tutto finalizzato a
normalizzare le attività biochimiche in funzione dell’ottenimento di un ristabilito quadro fisiologico.
La somiglianza
col Ginseng rende la Maca uno dei cosiddetti “superfood”, ossia una specie alimentare le cui proprietà dimostrano un ampio spettro
di azione.
L’attività si esplicita a livello cellulare e si riflette nell’ottimizzazione
dello stile di vita, con un maggiore equilibrio nelle relazioni col mondo
esterno, dal campo lavorativo a quello affettivo e relazionale in genere.
L’effetto
adattogeno induce ad assumere tali estratti a prescindere dalla presenza vera o
presunta di relative problematiche, in quanto l’azione tonificante rappresenta un criterio di scelta molto comune. I
vari ambiti terapeutici offrono un ampio ventaglio di possibili applicazioni, tenendo
sempre in conto che una scelta mirata, in base alle necessità specifiche dei
singoli, è la base fondamentale per la risoluzione dei processi
fisiopatologici.
Nessun commento:
Posta un commento